Come la resistenza all’insulina influisce sul peso corporeo nei pazienti con tiroidite di Hashimoto

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È comune che le persone con Tiroidite di Hashimoto riducano la quantità di cibo che mangiano e aumentino l’attività fisica, ma senza riuscire effettivamente a ridurre il peso corporeo.

Come la resistenza all’insulina influisce sul peso corporeo nei pazienti con tiroidite di Hashimoto

La resistenza all’insulina è un fattore centrale nello sviluppo della tiroidite di Hashimoto. Si tratta di un disturbo metabolico che grava sulla funzione tiroidea e impedisce il raggiungimento di un peso corporeo normale [1,2].

È associato allo stile di vita, alla dieta e alle carenze del corpo. Se non trattata, rende la perdita di peso, e soprattutto la perdita di grasso, molto difficile se non quasi impossibile.

È interessante notare che nelle persone con resistenza all’insulina, la riduzione della quantità di cibo che assumono porta ad un calo del metabolismo fino al 40% e ad un aumento della sensazione di fame [3-5].

Il risultato è che i tentativi dei pazienti di ridurre il proprio peso corporeo finiscono con il fallimento e la frustrazione del paziente.

È frequente, infatti, che le persone con tiroidite di Hashimoto riducano la quantità di cibo che mangiano e aumentino l’attività fisica, senza però riuscire a ridurre significativamente il proprio peso corporeo.

Ciò è dovuto ad un malfunzionamento dei processi metabolici che regolano il peso corporeo, l’immagazzinamento dell’energia e la combustione. Uno degli ormoni dominanti per la regolazione di questi processi è l’insulina.

Disfunzioni nell’azione dell’insulina, deregolamentano il metabolismo e la funzione del sistema ormonale e immunitario.

Come funziona l’insulina

Una delle azioni dell’insulina è quella di agire come una chiave che permette al glucosio di entrare nelle cellule.

Figura 1: l’insulina agisce come una chiave che apre i canali del glucosio e gli consente di entrare nelle cellule dal sangue.

Ogni volta che mangiamo qualcosa, i livelli di glucosio nel sangue aumentano e il nostro corpo secerne insulina per spostare il glucosio dal sangue alle cellule.

Una parte del glucosio viene convertita in energia e il resto viene immagazzinato come grasso.

Tuttavia, quando la disponibilità di glucosio aumenta, le cellule, nel tentativo di proteggersi dallo zucchero in eccesso, non rispondono all’insulina e resistono alla sua azione.

Resistenza all’insulina

La ridotta risposta delle cellule si chiama resistenza all’insulina e porta ad un aumento della sua secrezione, ad un ulteriore deterioramento della resistenza e ad un’alterazione della normale funzione dell’organismo.

L’aumento del consumo di zucchero o di alimenti che vengono immediatamente convertiti in zucchero, porta all’assunzione di una quantità di glucosio maggiore di quella di cui le cellule hanno bisogno e sono in grado di gestire. Il corpo immagazzina il glucosio in eccesso sotto forma di grasso, aumentando il peso corporeo. Gli alimenti che richiedono una maggiore secrezione di insulina sono dolci, zucchero, pane bianco, patate, riso, bibite, succhi di frutta, spaghetti, mais e altri.

L’insulina, oltre ad agire sull’ingresso del glucosio nelle cellule, “blocca” il grasso e non ne permette la combustione, aumentando allo stesso tempo la sensazione di fame.

Sintomi della resistenza all’insulina

Alcuni dei sintomi associati alla resistenza all’insulina sono:

  • Aumento del peso corporeo e del grasso viscerale
  • Bassi livelli di energia e facile affaticamento
  • Diminuzione della chiarezza mentale
  • Aggravamento delle infiammazioni
  • Disregolazione del sistema immunitario e peggioramento del decorso delle malattie autoimmuni, come la tiroidite di Hashimoto
  • Soppressione della funzione tiroidea
  • Disturbi mestruali nelle donne
  • Sindrome delle ovaie policistiche
  • Diminuzione dei livelli di testosterone negli uomini
Figura 2: sintomi di resistenza all’insulina

Risoluzione della resistenza all’insulina e della funzione tiroidea

Mentre un maggiore consumo di alimenti trasformati e di zucchero porta ad un aumento di peso, ridurre la quantità di cibo assunto non è sufficiente per ripristinare i processi metabolici e perdere peso.

Gli effetti della resistenza all’insulina persistono fino a un anno dopo la riduzione dell’apporto calorico. Il corpo si adatta alla ridotta assunzione di cibo, abbassando il metabolismo e aumentando la sensazione di fame, rendendo quasi impossibile ritrovare a lungo termine un peso corporeo normale.

Allo stesso tempo, questo specifico disturbo metabolico grava sul funzionamento della tiroide e porta allo sviluppo della tiroidite di Hashimoto.

La contemporanea presenza della malattia di Hashimoto con l’insulino-resistenza comporta un graduale e continuo aumento del peso corporeo e un onere per la salute dei pazienti.

L’assunzione di ormoni tiroidei in questi casi, sebbene necessaria, non è di per sé sufficiente a ripristinare il peso, i livelli di energia e la qualità della vita nella norma.

La resistenza all’insulina è direttamente collegata alla dieta, allo stile di vita e alle carenze dell’organismo.

Per risolvere la resistenza all’insulina e migliorare la salute dei pazienti affetti dalla malattia di Hashimoto è necessario identificare e correggere le carenze e i disturbi metabolici che la accompagnano.

È incoraggiante che la correzione della resistenza all’insulina con interventi medici sullo stile di vita, la correzione delle carenze corporee e della dieta, cambi il corso della progressione della malattia di Hashimoto e [8-10]:

  • Riduce il peso corporeo
  • Riduce la sensazione di stanchezza e aumenta i livelli di energia
  • Migliora il metabolismo degli zuccheri e dei lipidi
  • Salva la funzione rimanente della ghiandola tiroidea
  • Migliora la risposta alla terapia farmacologica
  • Riduce il rischio di sviluppare un’altra malattia autoimmune
  • Riduce il rischio di malattie cardiovascolari e diabete
  • Migliora la qualità della vita

Test specialistici determinano la gestione della malattia di Hashimoto

Test specialistici che misurano molecole molto piccole identificano carenze e disturbi metabolici legati allo sviluppo e al decorso della malattia.

Questa tipologia delle analisi non è paragonabile ai comuni test di laboratorio. Si tratta di test altamente specialistici, eseguiti in meno di 10 laboratori in tutto il mondo con standard molto elevati.

In Italia vengono eseguiti esclusivamente nella nostra clinica.

Il miglioramento dello stato metabolico con l’uso di test specialistici, l’intervento medico nello stile di vita e nella dieta, migliora la funzione tiroidea e lo stato di salute generale dei pazienti con tiroidite autoimmune di Hashimoto [8][11][12].

Marcatori rilevati tramite le Analisi Metabolomiche™

Le Analisi Metabolomiche™ rilevano marcatori che identificano:

  • resistenza all’insulina e disturbi metabolici associati
  • carenze di vitamine, enzimi, minerali, aminoacidi e acidi grassi omega 3
  • la gestione dell’infiammazione
  • la capacità di produrre energia (funzione mitocondriale)
  • la capacità antiossidante del corpo
  • lo stato della flora intestinale (microbiota)
  • la presenza di disturbi nel metabolismo di proteine, carboidrati e lipidi
  • disturbi nel funzionamento del sistema nervoso
  • disturbi della funzione ormonale

Di solito sono necessari 6-8 mesi per ottenere un cambiamento significativo, un anno per stabilizzare il corpo a un livello di funzionamento migliore e due anni per ottenere risultati ottimali.

Man mano che le deviazioni dal funzionamento ideale vengono corrette, il corpo riattiva i normali processi metabolici e manifesta esigenze diverse.

I cambiamenti si verificano simultaneamente in molteplici vie metaboliche del corpo con l’inizio del trattamento. Questi sono di vitale importanza da identificare e gestire in modo appropriato per continuare il processo di recupero. Altrimenti, i processi di recupero del corpo non progrediscono, ritardando notevolmente il miglioramento della salute.

Attraverso la nostra esperienza clinica, abbiamo scoperto che correggere le carenze dell’organismo in vitamine e altri elementi, ripristinare il metabolismo e regolare il peso a livelli normali, cambia radicalmente in meglio il decorso della malattia di Hashimoto e migliora la qualità della vita dei pazienti. da un quadro di costante peggioramento ad uno di costante miglioramento.

È fondamentale intervenire il più rapidamente possibile per ripristinare quanto sopra, con l’obiettivo di inibire la progressione della malattia.

Se vuoi informazioni sulle malattie che trattiamo e su come possiamo aiutarti, chiama lo 02 8239 6856 oppure prenota subito cliccando qui:

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

[1] Metabolic syndrome is associated with an increased incidence of subclinical hypothyroidism – A Cohort Study. Chia-Hsuin Chang et al. Nature > Scientific Reports. July 2017 https://www.nature.com/articles/s41598-017-07004-2
[2] Thyroid disease and the metabolic syndrome Mehran et al. Current Opinion in Endocrinology & Diabetes and Obesity: October 2019 
[3] Reducing Calorie Intake May Not Help You Lose Body Weight David Benton and Hayley A. Young. Perspect Psychol Sci. 2017.

[4] TODAY study June 14, 2012 N Engl J Med 2012

[5] Τargeting the Consequences of the Metabolic Syndrome in the Diabetes Prevention Program Ronald B. Goldberg and Kieren Mather. Arteriosclerosis, Thrombosis, and Vascular Biology. 2012

[6] The Brain Plays a Key Role in Caloric Homeostasis, 27.2. Stryer Biochemistry 2019, 27

[7] Joslin’s Diabetes Mellitus, 2005 edition.  

[8] Targeted Metabolomic Analysis of Serum Fatty Acids for the Prediction of Autoimmune Diseases. Dimitris Tsoukalas, Vassileios Fragoulakis, Evangelia Sarandi et. al. Frontiers in Molecular Biosciences, Metabolomics (6), 2019

[9] Non-communicable Diseases in the Era of Precision Medicine: An Overview of the Causing Factors and Prospects. Dimitris Tsoukalas et al. Bio#Futures. Springer, Cham. May 2021.

[10] Metabolic pressure and the breach of immunological self-tolerance Veronica De Rosa, Antonio La Cava & Giuseppe Matarese.18 October 2017. Nature Immunology.

[11] A Clinical Trial for the Identification of Metabolic Biomarkers in Hashimoto’s Thyroiditis and in Psoriasis: Study Protocol   Evangelia Sarandi, Sabine Kruger Krasagakis, Dimitris Tsoukalas, Gottfried Rudofsky, Aristides Tsatsakis. ISP Pathophysiology  May 2021

[12] Prediction of Autoimmune Diseases by Targeted Metabolomic Assay of Urinary Organic Acids. Dimitris Tsoukalas et. al. Metabolites. 2020 Dec 8.